Giorno 11: Valcarce – Sarria

(55 km) Sento estremo bisogno di nuovi stimoli per affrontare l’impegnativa tappa di oggi, l’ultima grande salita del viaggio. Si tratta di un passo di 8 km che dai 680 m. iniziali porta ai 1.300 m. del monte O Cebreiro.
Si puo’ arrivare in cima sia attraverso il sentiero originale del Cammino di Santiago, sia su una strada asfaltata. Per chi lo fa in bicicletta e’ caldamente consigliata la strada, visto che il Cammino in questo tratto e’ spesso stretto e impercorribile sulle 2 ruote.

E’ una bella giornata. In mezz’ora arrivo a Hospital de los ingleses, punto di partenza della super salita. Qui faccio una breve pausa, sempre in attesa di quei nuovi stimoli che pero’ stentano a materializzarsi. Cosi dopo aver riempito le borracce parto, prendendomela molto con calma, convinto che saliro’ pian pianino, una pedalata alla volta.
Incontro fin da subito altri ciclisti, chi coi bagagli (quindi in “pellegrinaggio” come me) chi senza (quindi venuti qui per una normale escursione domenicale). C’e’ chi va piu’ veloce di me, chi piu’ lento. Procedo tranquillo col mio ritmo.

Improvvisamente mi si affianca un ciclista che quasi mi tocca da quanto vicino mi passa, nonostante tutta la strada libera. Mi guarda con aria da gradasso e mi saluta sghignazzando per poi sorpassarmi. Stessa cosa, il suo compare qualche metro dietro lui. Si tratta di due austriaci, tute e scarpette da bici in pandan, sembrano usciti da una pubblicita’. Uno dei due ha i polpacci come le mie cosce. Sono indubbiamente i due ciclisti piu’ “grossi” che ho incontrato fin’ora sul Cammino e anche i piu’ antipatici!
Ecco lo stimolo che stavo aspettando! Ecco la SFIDA, che (neanche mi conosco) sul sottoscritto ha lo stesso effetto che ha la FEDE sui pellegrini. E’ la mia marcia in piu’! Ecco quindi, che inizia lo show…

Dopo circa 1 km ho il cuore a mille e sono senza fiato: i due vanno su come missili, stargli dietro e’ un’impresa, ma non mollo! Immagino che a breve saro’ costretto a fermarmi, esausto e pentito di aver intrapreso questa battaglia senza senso.
La pendenza cala leggermente per un breve tratto e riesco a riprendere fiato: mi stupisco di quanto velocemente recupero forze ed energie, sara’ l’allenamento di queste settimane in sella. Riesco a fatica a tenere il loro passo ma non li perdo mai di vista e cerco di non lasciare piu’ di 20 metri di distanza tra me e loro.
In mezz’ora non hanno accennato a fermarsi ne’, figuriamoci, hanno rallentato minimamente. Inizio a sentire le gambe che tirano, pedalo in piedi a tratti per riposare gli altri muscoli. Questi sono tosti. Ma non mollo!
Bevo, mi metto la bandana, scarto 3 chewingum e le mastico con forza… il tutto pedalando visto che gli austriaci continuano a “correre”.
Controllo l’altimetro per capire a che punto siamo: abbiamo fatto 300 m. di dislivello, ce ne mancano altrettanti.
Mi sento alla grande, fiato e gambe reggono, inizio a convincermi che posso farcela ad arrivare in cima coi due colossi austriaci.
Il primo continua a spingere, il secondo stenta un po’ e spesso si gira per vedere se ci sono ancora. Ci sono, ci sono, non mollo!
Piu’ si sale e piu’ sento la mia bici che va, le gambe che spingono e la convinzione che cresce. Dopo l’ennesimo tornante vedo in lontananza la fine del passo con alcuni edifici, penso “e’ fatta!”. Ma quando il primo austriaco arriva in cima vedo che non si ferma e prende la strada in salita che prosegue. Non e’ ancora finita. Ma non mollo! I tornanti proseguono, il ritmo degli austriaci non cala, stringo i denti e gli resto attaccato. Ora si vede un cartello alla fine di un lungo rettilineo,  in cima al passo, ecco la fine! Manca poco, meno di 1 km. E qui succede l’incredibile: il secondo austriaco, quello poco davanti di me, “crolla”! Si ferma, non ce la fa piu’, si china sulla bici e urla qualcosa all’amico avanti che a quel punto frena e appoggia i piedi a terra per aspettarlo. Io non faccio una piega, procedo col mio ritmo e gli passo di fianco. Quando supero anche il primo austriaco, alzo la testa e col sorrisino lo saluto. 🙂 Mi giro un istante e vedo che entrambi mi guardano allibiti. Che volata!

E’ stata una salita magnifica, mai avrei pensato di risolverla in poco piu’ di 1 ora e in questo modo. Spettacolo! Devo ringraziare sinceramente i due ciclisti austriaci per avermi regalato lo stimolo di cui tanto avevo bisogno. Direi che questa era la mia giornata, visto che i due erano fisicamente superiori a me, senza alcun dubbio.
Da qui, il panorama e’ strepitoso…

Mi fermo per un the’ caldo e per recuperare le energie.
Dopo alcuni tratti ancora in leggera salita, inizia finalmente la discesa sull’altro versante della valle. Entro cosi in Galizia
(foto panoramica, clicca per ingrandire)

Mi fermo a Sarria, piccola cittadina in fondo alla valle. E’ stata una giornata entusiasmante e anche l’ultima tappa dura e’ andata!
Santiago De Compostela e’ “dietro l’angolo”, a un centinaio di chilometri…

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2 Risposte to “Giorno 11: Valcarce – Sarria”

  1. mr tony-s Says:

    grande matteo 😉

  2. Marco Says:

    io ho fatto il sentiero con la bici per andare su O Cebreiro…niente asfalto…è stato più il tempo passato a trascinare la bici che neanche quello trascorso in sella, ma ne è valsa la pena!

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