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Giorno 12: Sarria – Palais del Rei

6 giugno 2011

(45 km) Immaginavo che dopo la giornata di ieri (O Cebreiro), le grandi salite fossero finite. Immaginavo male! Quella di oggi, che doveva essere una tappa facile, si e’ rivelata una tra le piu’ impegnative.
L’uscita da Sarria inizia subito con una serie di rampe ripide. Suggestivi alcuni murales sul Cammino…

Questa e’ una zona collinare, quindi si sale e si scende, si sale e si scende, in continuazione. E quando si sale, si sale “di brutto”! Oggi poi ha piovuto tutto il santo giorno. Una giornataccia insomma.

A meta’ giornata attraverso il piccolo comune di Portomarin, che nacque e si sviluppò in corrispondenza di un ponte romano, le cui rovine sono ancora visibili quando l’acqua del bacino di abbassa.

Sono vicino alla meta, mancano solo 70 km alla fine del Cammino e non lo so, se essere felice o no di questa cosa. E’ una sensazione strana e difficile da spiegare: ci ragionero’ domani, direttamente da Santiago De Compostela!

Giorno 11: Valcarce – Sarria

5 giugno 2011

(55 km) Sento estremo bisogno di nuovi stimoli per affrontare l’impegnativa tappa di oggi, l’ultima grande salita del viaggio. Si tratta di un passo di 8 km che dai 680 m. iniziali porta ai 1.300 m. del monte O Cebreiro.
Si puo’ arrivare in cima sia attraverso il sentiero originale del Cammino di Santiago, sia su una strada asfaltata. Per chi lo fa in bicicletta e’ caldamente consigliata la strada, visto che il Cammino in questo tratto e’ spesso stretto e impercorribile sulle 2 ruote.

E’ una bella giornata. In mezz’ora arrivo a Hospital de los ingleses, punto di partenza della super salita. Qui faccio una breve pausa, sempre in attesa di quei nuovi stimoli che pero’ stentano a materializzarsi. Cosi dopo aver riempito le borracce parto, prendendomela molto con calma, convinto che saliro’ pian pianino, una pedalata alla volta.
Incontro fin da subito altri ciclisti, chi coi bagagli (quindi in “pellegrinaggio” come me) chi senza (quindi venuti qui per una normale escursione domenicale). C’e’ chi va piu’ veloce di me, chi piu’ lento. Procedo tranquillo col mio ritmo.

Improvvisamente mi si affianca un ciclista che quasi mi tocca da quanto vicino mi passa, nonostante tutta la strada libera. Mi guarda con aria da gradasso e mi saluta sghignazzando per poi sorpassarmi. Stessa cosa, il suo compare qualche metro dietro lui. Si tratta di due austriaci, tute e scarpette da bici in pandan, sembrano usciti da una pubblicita’. Uno dei due ha i polpacci come le mie cosce. Sono indubbiamente i due ciclisti piu’ “grossi” che ho incontrato fin’ora sul Cammino e anche i piu’ antipatici!
Ecco lo stimolo che stavo aspettando! Ecco la SFIDA, che (neanche mi conosco) sul sottoscritto ha lo stesso effetto che ha la FEDE sui pellegrini. E’ la mia marcia in piu’! Ecco quindi, che inizia lo show…

Dopo circa 1 km ho il cuore a mille e sono senza fiato: i due vanno su come missili, stargli dietro e’ un’impresa, ma non mollo! Immagino che a breve saro’ costretto a fermarmi, esausto e pentito di aver intrapreso questa battaglia senza senso.
La pendenza cala leggermente per un breve tratto e riesco a riprendere fiato: mi stupisco di quanto velocemente recupero forze ed energie, sara’ l’allenamento di queste settimane in sella. Riesco a fatica a tenere il loro passo ma non li perdo mai di vista e cerco di non lasciare piu’ di 20 metri di distanza tra me e loro.
In mezz’ora non hanno accennato a fermarsi ne’, figuriamoci, hanno rallentato minimamente. Inizio a sentire le gambe che tirano, pedalo in piedi a tratti per riposare gli altri muscoli. Questi sono tosti. Ma non mollo!
Bevo, mi metto la bandana, scarto 3 chewingum e le mastico con forza… il tutto pedalando visto che gli austriaci continuano a “correre”.
Controllo l’altimetro per capire a che punto siamo: abbiamo fatto 300 m. di dislivello, ce ne mancano altrettanti.
Mi sento alla grande, fiato e gambe reggono, inizio a convincermi che posso farcela ad arrivare in cima coi due colossi austriaci.
Il primo continua a spingere, il secondo stenta un po’ e spesso si gira per vedere se ci sono ancora. Ci sono, ci sono, non mollo!
Piu’ si sale e piu’ sento la mia bici che va, le gambe che spingono e la convinzione che cresce. Dopo l’ennesimo tornante vedo in lontananza la fine del passo con alcuni edifici, penso “e’ fatta!”. Ma quando il primo austriaco arriva in cima vedo che non si ferma e prende la strada in salita che prosegue. Non e’ ancora finita. Ma non mollo! I tornanti proseguono, il ritmo degli austriaci non cala, stringo i denti e gli resto attaccato. Ora si vede un cartello alla fine di un lungo rettilineo,  in cima al passo, ecco la fine! Manca poco, meno di 1 km. E qui succede l’incredibile: il secondo austriaco, quello poco davanti di me, “crolla”! Si ferma, non ce la fa piu’, si china sulla bici e urla qualcosa all’amico avanti che a quel punto frena e appoggia i piedi a terra per aspettarlo. Io non faccio una piega, procedo col mio ritmo e gli passo di fianco. Quando supero anche il primo austriaco, alzo la testa e col sorrisino lo saluto. 🙂 Mi giro un istante e vedo che entrambi mi guardano allibiti. Che volata!

E’ stata una salita magnifica, mai avrei pensato di risolverla in poco piu’ di 1 ora e in questo modo. Spettacolo! Devo ringraziare sinceramente i due ciclisti austriaci per avermi regalato lo stimolo di cui tanto avevo bisogno. Direi che questa era la mia giornata, visto che i due erano fisicamente superiori a me, senza alcun dubbio.
Da qui, il panorama e’ strepitoso…

Mi fermo per un the’ caldo e per recuperare le energie.
Dopo alcuni tratti ancora in leggera salita, inizia finalmente la discesa sull’altro versante della valle. Entro cosi in Galizia
(foto panoramica, clicca per ingrandire)

Mi fermo a Sarria, piccola cittadina in fondo alla valle. E’ stata una giornata entusiasmante e anche l’ultima tappa dura e’ andata!
Santiago De Compostela e’ “dietro l’angolo”, a un centinaio di chilometri…

Giorno 3: Lorca – Logrono

28 Maggio 2011

(59 km) Mi sveglio verso le 8:30: alla fine la stanchezza ha avuto la meglio sul “vecchietto russante”, ma ricordo bene di non aver chiuso occhio fino alle 2 e di avergli urlato di tutto (inutilmente) durante la notte, nella speranza di farlo cessare.

Sento di non aver ancora recuperato a sufficienza, le gambe e le ginocchia si fanno sentire. Ma la giornata e’ bellissima, sole alto nel cielo e neanche una nuvola, parto con ottimismo!
Attraverso luoghi stupendi, da cartolina…

Oggi ho iniziato ad alternare i pezzi del cammino originale con la strada: sul percorso ci sono molti pellegrini (ne incontro almeno un centinaio al giorno) e i tratti impossibili da percorrere in sella sono piu’ del previsto. Entrambe le cose mi rallentano molto e rischio cosi ogni giorno di arrivare tardi dove mi sono prefissato, avendo poi problemi a trovare spazio negli ostelli.

Il Cammino pero’ e’ fantastico, specie quei tratti dove non c’e’ niente e nessuno a perdita d’occhio…
(foto panoramica, clicca per ingrandire)

Procedo abbastanza bene, nella tappa di oggi non ci sono grandi salite, in compenso il sole ha iniziato a scaldare parecchio: non ho con me la crema protettiva e pedalare con una maglia a maniche lunghe e’ impossibile vista la temperatura.

In un paio d’ore ho gambe, braccia e viso che bruciano, ma per fortuna sono arrivato a destinazione (e prima del previsto, sono solo le 16:00): entro a Logrono convinto che questa fosse un piccolo paese qualsiasi, e invece scopro una bellissima e animatissima citta’! Le strade sono piene di gente, c’e’ aria di festa. Anche qui, in una delle piazze del centro, ecco gli Indignados…

Dopo la notte precedente, decido di concedermi una pausa di lusso in un albergo a 3 stelle: ne ho bisogno! La scelta e’ azzeccata: dopo aver cenato con una squisita paella valenciana, mi godo un bagno caldo che mi restituisce 10 anni di vita e sprofondo in un sonno rigenerante.

Premesse

24 Maggio 2011

Il Cammino di Santiago in bicicletta si puo’ percorrere in 2 modi: su strada oppure sul sentiero originale che fanno a piedi i pellegrini. Io ho scelto il secondo, proprio perche’ non ero interessato a un viaggio qualsiasi in bici. Detto questo, sappiate che per fare questo percorso e’ necessaria una mountain bike e soprattutto una buona dose di forza di volonta’ e allenamento. Arrivare invece a Santiago De Compostela attraverso le strade comuni (quelle percorse dalle auto tanto per intenderci) e’ meno complicato, meno faticoso ed in tal caso e’ consigliata una bici da strada.

Fare il percorso originale significa percorrere un sentiero nato e organizzato per chi si muove camminando, quindi con salite e discese a volte impossibili da fare pedalando, con cancelli e strettoie che obbligano a scendere dalla sella, e tutta una serie di piccoli dettagli che sulle decine di km al giorno alla fine si fanno sentire.

Seconda e ultima premessa: il mio modo di viaggiare e’ MIO e questo blog non vuole essere una guida ma una sorta di diario di viaggio da cui il lettore che vuole intraprendere un’avventura simile puo’ eventualmente prenderne qualche spunto e consiglio. Le tappe da me scelte lungo il percorso raramente coincidono con quelle della massa dei pellegrini, anzi: evito appositamente i posti piu’ affollati, preferisco quando possibile, mangiare/dormire da solo e in generale godermi la solitudine. Questa e’ una scelta mia personale naturalmente, ma va tenuta in considerazione se chi legge questo blog un domani vorra’ organizzare lo stesso viaggio.