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Giorno 7: Fromista – Bercianos del Real Camino

1 giugno 2011

(73 km) La solitudine e’ un amplificatore di stati d’animo. Quando si sta bene (in generale) e si e’ da soli, si sta benissimo. Quando si sta male, o si hanno problemi e preoccupazioni, e si e’ da soli, si sta da cani.
E’ nella solitudine che e’ piu’ probabile raggiungere quei rarissimi (e per alcuni sconosciuti) momenti in cui tutto ci sembra perfetto, in cui per un istante ci sentiamo in completa armonia con il mondo, felici dentro e fuori, in estasi totale.
Ed e’ sempre nella solitudine che in altri casi sprofondiamo cosi nell’oblio da non vedere via d’uscita, che ci deprimiamo e demoralizziamo cosi tanto, che ci sentiamo sull’orlo del burrone e siamo circondati da tutta quella oscurita’.
Sara’ forse anche per questo motivo che molti di noi faticano a starsene volentieri per i fatti propri.
La solitudine e’ vista come una cosa negativa, come una condizione da evitare perche’ secondo i limitatissimi pregiudizi che c’hanno messo in testa, “chi e’ solo e’ triste”.
Io dico invece, che la solitudine va alimentata, ricercata e soprattutto valorizzata. L’uomo moderno l’ha “persa per strada”, l’ha denigrata e cerca in tutti i modi di eliminarla dalla propria vita.
La solitudine richiede coerenza, coraggio e forza di volonta’, ma se affrontata con sincerita’ e pazienza, ripaga.
Certo, a volte non e’ facile starsene da soli rinunciando alla compagnia; ma esiste forse qualcosa di prezioso che si raggiunge con facilita’?!

Oggi mi sono svegliato alla grande e sono in totale trance agonistica: percorro 60 km in 3 ore fermandomi solo un paio di volte per far rifornimento di acqua e frutta. Le gambe vanno da sole, le sento vivaci come non mai. E’ una bellissima giornata e la mia bici corre veloce sul sentiero animato da molti pellegrini che man mano mi lascio alle spalle, tra un “hola” e un “buen camino!”.

C’e’ solo il vento che mi rallenta un po’ ma nel primo pomeriggio ho gia’ percorso oltre 70 km, superando senza neanche accorgermene la meta’ del Cammino di Santiago.

Mi fermo in uno storico ostello comunale a Bercianos del Real Camino, nella regione di Leon y Castilla. 40 posti, letti a castello in legno disposti in 3 grandi camere molto spartane.

Qui non c’e’ un prezzo fisso per il soggiorno, si lascia un’offerta libera. Si cena tutti insieme, uno a fianco all’altro sulla stessa tavola; nessuno conosce il nome di nessuno, ma tutti parlano tra loro come vecchi amici. Naturalmente il menu e’ fisso (o meglio, quello che c’e’ c’e’) e alla fine un gruppo di volontari lava piatti e posate. Questo e’ il “mondo dei pellegrini”, quello vero e genuino. Alle 21:00 si va a nanna e alle 5:00 i primi sono gia’ in piedi, pronti per un nuovo giorno sulla strada…

Giorno 4: Logrono – Castildelgado

29 Maggio 2011

(62 km) L’uscita da Logrono mi fa apprezzare ancora di piu’ questa citta’: il Cammino di Santiago, nel tratto “cittadino”, funge da pista ciclabile per tutti i residenti e gia’ nelle prime ore della domenica incontro decine di famiglie spagnole che passeggiano/corrono/pedalano insieme o si organizzano il pic-nic in uno degli innumerevoli punti di ristoro sul percorso.
Non siamo poi cosi distanti dall’Italia, ma queste persone sono molto piu’ tranquille di noi, piu’ rilassate e serene, lo si percepisce immediatamente. La Spagna a volte sembra proprio far parte di un altro continente…

Il sole scalda ma le gambe “vanno via” bene e mi sono procurato una crema con super protezione quindi, non ho piu’ paura di niente!

Oggi ha iniziato a farsi sentire la solitudine, ma non nel senso che mi sono sentito solo, anzi, semplicemente ho iniziato a pensarci. Probabilmente i giorni scorsi ero troppo concentrato sulla fatica fisica, sullo sforzo, sull’arrivare a destinazione. Oggi finalmente ho “preso un po’ di fiato” e ho avuto quegli sprazi di lucidita’ necessari per pensare ad altre cose, per riflettere su questo viaggio e sull’avventura che sto vivendo. In mezzo al nulla, mentre pedalavo con gran foga, ho anche parlato da solo, si… mi sono incoraggiato, ho urlato qualche frase ad alta voce, ho riso e mi sono sentito felice. Lo rifaro’, a quanto pare e’ terapeutico! 🙂
D’altronde anche questa e’ la solitudine: la consapevolezza di dovercela fare da soli, senza l’aiuto di nessuno, sia sul lato fisico che su quello psicologico. E’ facile farsi destabilizzare da un simile pensiero: siamo cosi abituati a vivere a stretto contatto con gli altri, che ormai diamo per scontate molte cose che invece non dovrebbero esserle. Un’esperienza in solitaria penso che farebbe bene a tutti: ti fa fare i conti con te stesso, volente o nolente!

Brevi salite e discese si alternano, proseguo con costanza e macino km senza problemi. Mi fermo per una breve pausa all’ombra di alcuni alberi. Mentre approfitto di una piccola fontana per rinfrescarmi il vento aumenta improvvisamente sollevando tutt’intorno un polline bianco della stessa consistenza del cotone. Alzo gli occhi al cielo, sembra neve. Che momento!

Risalgo in bici estasiato. Le ore passano, i km pure e mi ritrovo con le borracce vuote senza accorgermene. Il sole batte forte. A ogni curva spero di vedere una fontana ma nulla da fare. Stupido io che non ho fatto attenzione! Mangio un chewingum per ingannare la sete. La tappa e’ a pochi chilometri, stringo i denti e procedo. L’arrivo a Granon e’ un sollievo, bevo almeno 1 litro di acqua d’un colpo. Niente posti liberi negli ostelli, devo proseguire. Percorro altri 5 km e intanto il tempo cambia: grosse nuvole coprono l’orizzonte e si sentono i primi tuoni in lontananza.

Trovo un motel decadente a Castildelgado, sulla strada statale vicina al Cammino e decido che per oggi basta cosi. Metto piede nella mia stanza e inizia un temporale con tuoni e fulmini che andra’ avanti fino a sera. Mi e’ andata alla grande! 😉