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Giorno 5: Castildelgado – Burgos

30 Maggio 2011

(61 km) La prossima volta che sentiro’ utilizzare il termine “pellegrino” in maniera dispregiativa mi incazzero’ come una bestia: i pellegrini, e’ gente con le palle!
Innanzi tutto, loro VANNO, questa e’ la loro caratteristica principale e gia’ questo aspetto li eleva rispetto al resto del mondo che normalmente e’ FERMO. Inoltre, e’ il modo che hanno di ANDARE che va ulteriormente rispettato: loro camminano, lenti, silenziosi, imperterriti. Camminano con il sole e con la pioggia, con scarpe tecniche e con sandali, su strade battute e nel fango, in condizioni favorevoli e avverse, camminano sempre. E lo fanno sottovoce, a testa bassa, senza annunci, senza pubblico ne’ avversari. E hanno sempre un sorriso pronto per chiunque, un augurio e un saluto incoraggiante. Qualita’ rare e notevoli, specie di questi tempi. Ode ai pellegrini!

Oggi finalmente sento di aver smaltito del tutto la fatica della prima tappa. Affronto la strada senza timori e con rinnovate energie. Dopo circa 20 km di leggera salita arrivo al cospetto di un nuovo tratto un po’ impegnativo, ovvero 3 km di strada al 6% di pendenza, in localita’ Villafranca Montes De Oca. Fa molto caldo, il sole “picchia”, riempio le borracce e prima di affrontare la salita mi gioco il mio asso nella manica: la musica! 🙂 Per la prima volta dall’inizio del Cammino mi infilo le cuffie e schiaccio play. E’ magia, mi sento dopato, salgo a 10 km all’ora e nel giro di 15/20 minuti mi lascio alle spalle il passo. Vamos!

Da qui in poi e’ una “passeggiata”, se non fosse per il vento potrei anche evitare di pedalare per lunghi tratti. Il vento qui quando soffia soffia forte, anzi fortissimo! Capita come in questo caso, che sia necessario spingere sui pedali anche in discesa. Il vento puo’ rendere ogni tappa una tortura, averlo contro puo’ veramente essere problematico.
Mai come in questo viaggio ho sentito e subito l’influenza degli elementi naturali.

Il tempo peggiora e cade qualche goccia. In breve pero’ arrivo a Burgos, la mia destinazione del giorno: citta’ da 180.000 abitanti, anche questa molto curata e accogliente. Tra i suoi monumenti spicca l’imponente cattedrale…

La citta’ e’ attraversata da un fiume ai margini del quale sono presenti lunghi prati e spazi per attivita’ sportive e ricreative.

Come Pamplona e Logrono, anche Burgos e’ una piacevolissima sorpresa: candidata a citta’ della cultura europea per il 2016, e’ un piccolo grande gioiello. Statue antiche, giardini, fontane, piste ciclabili, monumenti e chiese bellissime… vale veramente la pena di visitarla.

Oggi e’ stata una giornata molto positiva. Sono contento di come sta procedendo il tutto e dei magnifici posti che scopro di giorno in giorno. Il Cammino, per un motivo o per l’altro, non smette mai di stupirmi e Santiago de Compostela e’ sempre piu’ vicino!

Giorno 4: Logrono – Castildelgado

29 Maggio 2011

(62 km) L’uscita da Logrono mi fa apprezzare ancora di piu’ questa citta’: il Cammino di Santiago, nel tratto “cittadino”, funge da pista ciclabile per tutti i residenti e gia’ nelle prime ore della domenica incontro decine di famiglie spagnole che passeggiano/corrono/pedalano insieme o si organizzano il pic-nic in uno degli innumerevoli punti di ristoro sul percorso.
Non siamo poi cosi distanti dall’Italia, ma queste persone sono molto piu’ tranquille di noi, piu’ rilassate e serene, lo si percepisce immediatamente. La Spagna a volte sembra proprio far parte di un altro continente…

Il sole scalda ma le gambe “vanno via” bene e mi sono procurato una crema con super protezione quindi, non ho piu’ paura di niente!

Oggi ha iniziato a farsi sentire la solitudine, ma non nel senso che mi sono sentito solo, anzi, semplicemente ho iniziato a pensarci. Probabilmente i giorni scorsi ero troppo concentrato sulla fatica fisica, sullo sforzo, sull’arrivare a destinazione. Oggi finalmente ho “preso un po’ di fiato” e ho avuto quegli sprazi di lucidita’ necessari per pensare ad altre cose, per riflettere su questo viaggio e sull’avventura che sto vivendo. In mezzo al nulla, mentre pedalavo con gran foga, ho anche parlato da solo, si… mi sono incoraggiato, ho urlato qualche frase ad alta voce, ho riso e mi sono sentito felice. Lo rifaro’, a quanto pare e’ terapeutico! 🙂
D’altronde anche questa e’ la solitudine: la consapevolezza di dovercela fare da soli, senza l’aiuto di nessuno, sia sul lato fisico che su quello psicologico. E’ facile farsi destabilizzare da un simile pensiero: siamo cosi abituati a vivere a stretto contatto con gli altri, che ormai diamo per scontate molte cose che invece non dovrebbero esserle. Un’esperienza in solitaria penso che farebbe bene a tutti: ti fa fare i conti con te stesso, volente o nolente!

Brevi salite e discese si alternano, proseguo con costanza e macino km senza problemi. Mi fermo per una breve pausa all’ombra di alcuni alberi. Mentre approfitto di una piccola fontana per rinfrescarmi il vento aumenta improvvisamente sollevando tutt’intorno un polline bianco della stessa consistenza del cotone. Alzo gli occhi al cielo, sembra neve. Che momento!

Risalgo in bici estasiato. Le ore passano, i km pure e mi ritrovo con le borracce vuote senza accorgermene. Il sole batte forte. A ogni curva spero di vedere una fontana ma nulla da fare. Stupido io che non ho fatto attenzione! Mangio un chewingum per ingannare la sete. La tappa e’ a pochi chilometri, stringo i denti e procedo. L’arrivo a Granon e’ un sollievo, bevo almeno 1 litro di acqua d’un colpo. Niente posti liberi negli ostelli, devo proseguire. Percorro altri 5 km e intanto il tempo cambia: grosse nuvole coprono l’orizzonte e si sentono i primi tuoni in lontananza.

Trovo un motel decadente a Castildelgado, sulla strada statale vicina al Cammino e decido che per oggi basta cosi. Metto piede nella mia stanza e inizia un temporale con tuoni e fulmini che andra’ avanti fino a sera. Mi e’ andata alla grande! 😉